Pistoccheddusu de cappa
Dolce tipico di piccole dimensioni, si tratta di un biscotto dalla
pasta dura e croccante di colore dorato, dalle forme stilizzate che
riproducono animali domestici (uccellini, pecorelle, ochette,
coniglietti, ecc.), ricoperto di glassa bianca decorata con mascarponi
dorati o argentati e con fregi dorati.
Preparazione del biscotto:
miscelare uniformemente i due tipi di farina e disporre la miscela a
fontana, aggiungere le uova e mescolare lentamente, quindi lavorare
manualmente l’impasto ottenuto, che presenta una certa consistenza,
incorporandovi lo strutto e la scorza del limone finemente grattugiata.
Quando la pasta risulta ben lavorata, liscia ed omogenea, si ritagliano
dei tocchetti delle dimensioni di una grossa noce, e si modellano
dandogli le forme citate al punto 6, con l’ausilio delle forbici e di un
coltellino. I biscotti si adagiano su una teglia e si cuociono in forno
a 180 °C per circa 15-20 minuti, ancora oggi, come in passato, laddove
esiste ancora il forno tradizionale sardo, vi si effettua la cottura
subito dopo quella del pane.
Preparazione della glassa e decorazione:
in un recipiente a bagnomaria si lavorano gli albumi, montati a neve,
con lo zucchero e il succo del limone, sino ad ottenere un impasto
consistente, lucido di colore bianco candido. Quando la glassa non è più
calda, si spalma sui pistoccheddus, utilizzando un pennello per dolci
in maniera tale da ricoprirli completamente, dopo di che si adagiano con
attenzione su una teglia e si ripassano in forno tiepido (50 °C) per
poco tempo, al fine di favorire l’indurimento della glassa. Una volta
sfornati si possono abbellire i pistoccheddus decorando ulteriormente la
glassa con moscardini (tragera) e fregi di carta dorata a base di ostia
(spumi oru).
Note: Questo dolce, nella tradizione era preparato in
occasione dei festeggiamenti Pasquali, per tale giorno si preparava
oltre al normale biscotto anche una sua variante che prevedeva
l’aggiunta di un uovo fresco con la buccia, il tutto veniva poi cotto al
forno e guarnito come detto prima. Si ottenevano così i “Coccoiedus cun
s’ou” o “Sangui” (biscotti con l’uovo), che venivano offerti nella
tradizione sarda, ai bambini come uovo pasquale.
Da molti anni questo
dolce, preparato anche dalle pasticcerie e dolcerie artigiane, viene
prodotto per diverse ricorrenze e feste (matrimoni, battesimi, ecc.)
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